Trekking di "Selva Romana"

Uno dei più belli ed aspri della Maiella orientale, è il Trekking di Selva Romana, ricco di notevoli bellezze naturalistiche e faunistiche. Lasciata l'auto al Balzolo, località sita a monte del paese ed all'inizio del "Vallone tre grotte", si percorre uno sterrato lungo il quale sì ha un continuo cambio di panoramiche; a destra e a sinistra vi sono numerose palestre naturali di roccia, vero paradiso per gli amanti del free climbing che qui vengono ad allenarsi o ad aprire nuove vie. Con l'ausilio di una guida locale lungo il percorso si possono scorgere numerose grotte pastorali, segni dì una tradizione passata, ormai volta al tramonto. Lungo lo sterrato che dal Balzolo m. 705, porta al Linaro a m. 946, è facile incontrare gli amanti della mountain bike. La vegetazione all'inizio sul costone sinistro dell'Avella è composta da folte macchie di ginepro, mentre dalla parte opposta sul versante d'Ugni predomina incontrastato il Faggio. A meno di due ore dalla partenza dopo aver oltrepassato l'area pic-nic del Linaro, dei chiari segnali su di un grosso masso indicano di guadare il torrente, ci si inoltra per il sentiero delle “Coste dei Cantoni”  un ricco bosco di fustaia e faggete. Il sentiero comincia ad inerpicarsi per la montagna con tornanti più o meno duri, un vero e proprio spezza-gambe anche per i più allenati, a metà salita, un attimo di sosta per ammirare da una radura “Balcone”, parte della valle di Selva Romana e della valle dell'Inferno e lo scorrere dell'Avella quasi all'inizio del suo percorso, con il verde che assume le più svariate tonalità con i giochi di luce che il sole forma incuneandosi nel profondo vallone. Si riprende il cammino ancora immersi nel bosco sin quando si sbuca alle solagne delle "Gobbe di Selva Romana" a 1630 m. Imponente e maestoso davanti a noi ora si erge la cima delle Murelle 2596 m. ed il suo Anfiteatro. Una sosta alle sorgenti della "Mucchia" 1650 m. per una breve colazione e, riempite le borracce di acqua freschissima, inizia la valle di Selva  Romana, il cammino per il ritorno per un sentiero a tratti cancellato dalla folta vegetazione, proseguendo lungo il torrente ora a destra ora a sinistra e avendo come punto di riferimento il vecchio acquedotto a tratti scoperto. Lo scenario è indescrivibile per le alte pareti di roccia, che scendono perpendicolari, per la fitta vegetazione, per gli innumerevoli canaloni e pietraie. Questo vallone rimasto integro ed aspro ora scarsamente frequentato è meta ambita per gli studiosi di botanica. Qui troviamo il giglio martagone e rosso, numerose campanule, orchidee spontanee tra le quali il giglio della Madonna, ecc... Nella zona "Vallevone" vi è l'unico ghiacciaio della Maiella di circa 300 m. che si distende lungo le pareti del vallone stesso. Sotto un fitto bosco, presso la "Piana dei faggi" alti non meno di 10/15 m. troviamo delle “are”, segno del faticoso lavoro dei carbonai Pennesi. Il percorso volge ormai al termine, percorrendo qualche altro chilometro il paesaggio cambia completamente, dal Vallone di Selva Romana, attraverso una breve ma impervia salita la "Calata del gallone" riattraversando il bosco, si passa, dopo aver di nuovo guadato l'Avella, al Vallone delle "Tre grotte". Ripercorrendo lo sterrato che in circa sei chilometri ci riporterà al punto di partenza.



- Durata del percorso 8/10 ore
- dislivello 1000 m. (circa)
- difficoltà impegnativa.
- tempo consigliato estivo
 

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